Le proteste hanno sempre un perché. Quando migliaia di protestatari intasano strade e piazze, impedendo ad altre migliaia di persone di vivere la giornata normalmente, vuol dire che ci sono ferite sociali ed economiche da risanare.
I “forconi” sono il polso martellante di un contesto collettivo che presenta pecche non irrilevanti. Può essere, a volte, eccessiva la dinamite che c’è in corpo, ma quando si arriva all’esasperazione è difficile controllare la carica esplosiva.
Le politiche governative non dovrebbero mai portare nessun cittadino, nemmeno l’ultimo degli ultimi, a gesti di follia personale e/o collettiva.